Lembi

Sull’agenda ho scritto una cosa come “esci, incontra, non evitare”. È una promessa (o un compito) che sto rispettando con obbedienza. Senza esagerare. Lo sforzo sta tutto nel porre un limite al mio istinto che mi suggerisce di fare il contrario. Ho sempre amato stare in casa. Mamma ci ha educato a mettere il pigiamaContinua a leggere “Lembi”

Rallentare

Frenare o frenarsi? Rallentare o rallentarsi? Questo aver abbassato di colpo i giri del mio motore mi rende fragile. Forse vale la pena farci un pensiero. Porre un freno, diminuire la velocità, rallentare. Cosa ci rallenta? Un freno, qualcosa che ci blocca. Fuori o dentro di noi? Un crociato da operare rallenta la carriera diContinua a leggere “Rallentare”

e poi tornare?

Non so se ho voglia di tornare. Mi impongo di fare attività fisica. La mia voglia di sudare è pari a zero. Non amo il fitness, lo trovo volgare. Non amo saltellare, non amo seguire trainers ipertrofici che parlano del corpo umano come se fosse un oggetto qualsiasi da mettere nel carrello di Amazon. IlContinua a leggere “e poi tornare?”

Danza e Omofobia

C’è più omofobia nella danza di quanto si creda. Sembra paradossale perché nell’immaginario comune il mondo della danza è attiguo al pianeta degli unicorni. Ballerini e parrucchieri si sa… Eppure, chi ne fa parte, se è davvero sincero, sa di cosa sto parlando. Mi riferisco ad un ricco vocabolario omofobico e transfobico che nasce daiContinua a leggere “Danza e Omofobia”

Fimminaru

Prima di guardare i miei genitali riconoscendoli come genitali, c’è stato un’arco di vita relativamente lungo. Si sa che il tempo dei bambini non è mai coincidente con il tempo degli orologi. In quel tempo haribo, gelatinoso, appiccicoso, colorato, fluorescente i miei genitali avevano la stessa importanza delle mani, dei piedini, degli angoli della bocca,Continua a leggere “Fimminaru”

PARIGI

Dalla piega nascosta del marciapiede vedo sgorgare acqua che con la stessa indole di chi sa la strada, trascina un esercito con impavida arroganza. (Alla vittoria?) Precipitevolissimevolmente. Parigi è la parola della settimana. L’ho usata una sessantina di volte in pochi giorni. Uso la parola Parigi come la tachipirina. Senza sentirmi in colpa. Provo unContinua a leggere “PARIGI”

100% puro zombie italiano

Amo le tradizioni, soprattutto quando non sono le mie. Quando sono radicate nel tempo, quando hanno un valore estetico ed estatico, quando sono sedimentate nel reale tessuto umano. Quando sono legate alla partenza, al distacco, al timore del futuro. Non amo le tradizioni studiate a tavolino per fini commerciali di bassa lega. Dunque odio HalloweenContinua a leggere “100% puro zombie italiano”

giocare a Barbie

video e articolo in questione Ovviamente da piccolo sognavo di vivere in un monolocale con Barbie (come amici, chiaro) arredato dal signor Mattel con piccolo giardino di rose nel quale pettinare il pony Criniera di Seta. Ovviamente, nonostante la mentalità aperta della mia mamma che, senza farsi problemi mi comprò una sciattissima Barbie Malibu daContinua a leggere “giocare a Barbie”

parlane apertamente_mine vaganti

Chiudo il rubinetto del bidet e mi siedo. Da un paio d’ore mi frulla una domanda nella testa e, sinceramente, mi auguro di dimenticarla al termine di questa operazione detergente. Ma non molla la maledetta. In cucina, sulla mensola, tra i quaderni delle ricette c’è il libro blu: il piccolo libro delle risposte. Sfioro col pollice la superficie zigrinataContinua a leggere “parlane apertamente_mine vaganti”

ciao ciao faust

Muovo le labbra come in un play-back svogliato, occhi fissi in un punto: l’angolo tagliente di un legno sbiadito. Tra i bisbigli e i segnali di fumo qualcosa mi riporta in luogo lontano nel tempo. Circa venti minuti fa il braccio della zia Platy aveva chiesto in prestito il mio avambraccio per una passerella lungo la qualeContinua a leggere “ciao ciao faust”