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Nasce e cresce nel selvaggio sud est italiano degli anni ’80. Cullato dalla voce degli audiolibri, forgiato dai varietà Rai del sabato sera, iperstimolato da bim bum bam, terrorizzato dalle lezioni di scultura al liceo artistico e dalle sessioni intensive di strascinamento orecchiette della nonna, Davide cresce altamente sensibile, ambizioso e gay. Cammina rasente ai muri, cambia diverse montature di occhiali e da grasso diventa magro. Studia tutta la danza possibile in attesa di un segno del destino. Trasloca a Milano portandosi con se la videocassetta del film “Sirene” e tra un passo di danza e l’altro ci piazza una laurea in Lettere Moderne, un diploma al Music arts & Show, un master di cinematografia alla Civica, un Master in teatro danza tedesco, un Corso di Perfezionamento in Biennale Venezia e altre inutilità. Oggi, superata la soglia dei 40 anni, si rende conto che se avesse fatto il cuoco (va da sè) avrebbe vissuto molto meglio. Dal 2000 scopre di soffrire di attacchi di panico. Non è guarito, ora è un loro follower. Nello stesso periodo, cercando disperatamente un faretto al led per i suoi selfie, accade qualcosa di straordinario. Si imbatte in un generatore di luce assai più potente: il buddismo del sutra del loto. Meno spese di energia elettrica più risultati in termini di qualità della vita. Da 15 anni alterna la sua attività di creativo a quella di docente. Il segno del destino gli è arrivato dritto in fronte battendo la testa contro un’americana di un grande teatro, momentaneamente abbassata. I suoi hashtag sono: #craniatepazzesche #lamiadolcerivoluzione

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